mercoledì 20 maggio 2009

Testo unico per l'edilizia 2008

I tre aspetti che odio di più del testo unico per l'edilizia 2008:
  1. Le diciture senza riferimenti alcuni: "Le modalità esecutive devono essere conformi alle indicazioni della normativa consolidata.", "Le curve S-N reperibili nella letteratura consolidata sono riferite ai valori nominali delle tensioni.", "Per il calcolo di ε-sm, e delta-sm vanno utilizzati criteri consolidati riportati nella letteratura tecnica.", "Per le procedure di saldatura dei connettori ed il relativo controllo si può fare riferimento a
    normative consolidate.", ecc....
  2. Per quale motivo il testo unico dell'edilizia deve appoggiarsi su una normativa, la UNI a pagamento. Per quale motivo devo pagare per sapere che leggi devo applicare per evitare scorrettezze, insicurezza strutturale e sanzioni penali-pecuniarie?! Per quale motivo le norme UNI non sfruttano strumenti come Google Books?!
  3. "per ... fate riferimento alla norma UNI ...". Ma è un testo unico o no?! se è un testo unico per l'edilizia, per quale motivo devo far riferimento ad altri testi per alcuni argomenti? (vedi norme CNR per legno, vedi norme UNI per viscosità e resistenza dei materiali, ...). Tanto vale prendere la norma UNI e copiarla in tronco dato che comunque deve essere rispettato il recepimento da parte delle normative italiane delle normative europee (alias norme UNI)!

Tutti gli altri aspetti che odio del testo unico per l'edilizia
  • pubblicazione di nuove norme, sotto la dicutura "testo unico per l'edilizia" di grandezza notevole (+400 pagine), sebbene sempre incomplete in qualche parte, ogni 2-3 anni e difficoltà nel restare aggiornato.
  • quantità di vincoli e regole costruttive legati a diversi ambiti: a livello locale comunale (NTA), regionale (leggi urbanistiche e vincoli dei piani costruttivi), statale (testo unico per l'edilizia e circolari-decreti ministeriali conosciute e sconosciute) ed europeo (norme UNI) con la conseguente difficoltà intrinseca del combinare molteplici aspetti e regole costruttive. Da notare che spesso alle norme per l'edilizia si aggiungono leggi ad ampio spettro come la milleproroghe che modificano le date di attuazione o meno di determinati codici.
  • mancanza totale di una spiegazione esaudiente per una verifica preventiva nei confronti dei casi di incendio, urto ed esplosione.
  • un'abnorme quantità di regole e regolette aggiuntive che costringono ad un notevole dispendio di tempo nella rilettura della normativa per il soddisfacimento di tutti i criteri di progetto.
  • assegnazione delle responsabilità di calcolo al solo progettista e mai ai produttori di software FEM, i quali tra l'altro non rispettano le disposizioni della normativa stessa in fatto materiale esplicativo del prodotto che vendono. Nessuna indicazione dei metodi utili per verificare i risultati di calcolo di un programma agli elementi finiti.
  • Nel testo unico dell'edilizia non rientrano le costruzioni in campo idraulico, parzialmente norme in campo geotecnico e vagamente qualcosa relativo all'ambito stradale, ovvero i soli ponti, trascudando pianificazione, urbanistica e norme relative alle vie di comunicazione.
  • attualmente la zonizzazione sismica fornita in allegato alla norma permette di definire i parametri di dimensionamento dello spettro elastico o di progetto con cui eseguire la verifica sismica. Tuttavia per i restauratori può essere interessante il passaggio inverso, ovvero data la struttura, individuare in un dato territorio quale sisma può essere considerato limite per l'edificio. Non vi è alcuna indicazione di come si possa compiere questo passo, anche perchè lo spettro elastico fornisce un dato unendo più parametri relativi al terremoto (da più dati si ottiene un unico dato, è quindi impossibile anche individuando il corretto spettro elastico da solo questo ottenere più dati).
  • nell'instabilità dell'equilibrio per strutture a nodi spostabili è prevista l'adozione di altri metodi di verifica rispetto al carico euleriano. Uno di questi metodi proposti è quello delle eccentricità o della colonna modello, il quale pone come ipotesi semplificativa la formazione della cerniera plastica ed il passaggio a forma fessurata del calcestruzzo sulla base della colonna, ovvero proprio dove la gerarchia delle resistenze non vuole si formino cerniere plastiche.
  • mancanza del coefficiente correttivo a taglio per la verifica negli elementi di calcestruzzo precompresso
  • verifica a flessione retta in entrambe le direzioni. Alcune formule indicano un ipotetico coefficiente alfa di cui non si fornisce il metodo di calcolo.

Critiche alla NTC05
Critiche di Teresa Crespellani al testo unico per l'edilizia del 2005